Vedere cannabis light non è un reato: la sentenza del giudice
In provincia di Macerata, negli ultimi anni, si è registrato un considerevole calo della la vendita di cannabis light per via dei numerosi sequestri delle infiorescenze e le chiusure dei growshop.
Il questore Antonio Pignataro, in seguito alla campagna politica e mediatica condotta dall’allora Ministro degli Interni Matteo Salvini contro i growshop , aveva effettuato diverse operazioni volte e mettere i sigilli a numerosi esercizi commerciali che vendevano cannabis light, .
Anche i titotali del growshop di Porto Recanati Mari-Kà, erano stati accusati di spaccio nel 2018. La polizia aveva sequestrato loro 45 pacchetti contenenti cannabis light, ma non aveva chiuso l’esercizio commerciale.
Le analisi dei campioni condotte in laboratorio risultavano avere un livello di THC superiore allo 0,2% ma al di sotto dello 0.5%, ma per l’accusa, questo livello era idoneo a provocare effetti stupefacenti.
I due imputati, difesi dalll’avvocato Carlo Alberto Zaina, hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati con rito abbreviato.
Ieri è arrivata finalmente la sentenza del giudice: Leonardo Marco Totaro, 49 anni, e Daniel Rossetti, 32 anni, rispettivamente proprietario e socio del growshop Mari-Kà sono stati assolti perché la cannabis light è priva di efficacia drogante e quindi la sua commercializzazione non costituisce un reato.
Il pm Rastrelli, ribadendo quanto già detto dal procuratore capo Giovanni Giorgio, ha chiesto per entrambi l’assoluzione con la formula perché il fatto non costituisce reato, richiesta poi convalidata dal gup.
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