Arriva Plantae, una riflessione sul mondo vegetale e la sua importanza per l’uomo
Fino al 26 maggio Climate Art Project porta a Roma un progetto tra arte e scienza sul ruolo delle piante nella storia dell’uomo. Alla Biblioteca Angelica, in mostra antichi erbari insieme alle opere di Andreco, artista green.
Canapa e pioppo per il trattamento dei terreni contaminati da metalli pesanti, girasole come fito-rimedio nella bonifica di uranio e radionuclidi, acacia per arricchire il terreno e aumentarne la capacità di degradare i contaminanti organici, cannucce di palude per il trattamento delle acque reflue. Le piante sono un potente rimedio contro l’inquinamento dell’aria, la contaminazione dell’acqua e dei suoli. Gli antichi lo avevano capito e già gli egizi consideravano più adatta all’uso potabile l’acqua del Nilo raccolta a valle dei tratti di fiume ricchi di vegetazione. Le piante sono state osservate, raccolte, utilizzate, classificate e studiate dall’uomo sin dagli albori della storia. E continuano oggi a svelare le loro proprietà e trovare nuove applicazioni, dal fito-rimedio alle infrastrutture verdi, alle soluzioni per la gestione sostenibile delle risorse basate sui processi naturali, utilizzate per rendere le città più resilienti ai cambiamenti climatici.
Le piante come elemento determinante per la qualità della vita dell’uomo sono al centro di PLANTAE, progettoideato dall’associazione Climate Art Project con l’obiettivo di puntare i riflettori, anzi la lente di ingrandimento, sul mondo vegetale.
Appuntamento centrale del progetto è la mostra “De Herbis”, organizzata presso la Biblioteca Angelica di Roma fino al 26 Maggio, che rende per la prima volta accessibile al pubblico antichi volumi sulla botanica come gli Erbari di Gherardo Cibo, risalenti alla fine del XVI secolo, l’Hortus Sanitatis del 1491, raccolta di xilografie sul regno vegetale, minerale e animale, e l’Hortus Romanus , opera del 1772 sulle piante dell’Orto Botanico di Roma. Questi manuali dal valore inestimabile sono affiancati, rivisitati e attualizzati dalle opere di Andreco, pioniere della sperimentazione artistica in ambito scientifico ed ecologico. E sono il punto di partenza per riflettere sull’utilizzo che l’uomo, nel tempo, ha fatto delle piante, ricostruendo il filo rosso che unisce gli antichi studi dei naturalisti e la ricerca scientifica contemporanea sulle diverse specie vegetali come strumenti di risanamento ambientale.
Sara Alberani, storica dell’arte e curatrice della mostra, anche lei nel team di Climate Art Project, spiega che “mettere in dialogo i disegni di un artista contemporaneo con i volumi antichi dei naturalisti del passato permette di creare una dialettica tra arte e scienza, storia e ambiente”.
PLANTAE affianca iniziative culturali e artistiche alla divulgazione scientifica, cercando di avvicinare i cittadini a tematiche di non sempre facile comprensione. E così nell’ambito del progetto sono state organizzate alcune iniziative di partecipazione pubblica: escursioni alla scoperta della Riserva Naturale Valle dell’Aniene, un workshop sullo studio delle piante per gli alunni di alcune scuole elementari e medie di Roma, un laboratorio di storytelling per gli ospiti del Centro anziani Valli di Conca d’Oro, con l’obiettivo di registrare le loro memorie sulla trasformazione subita dal III Municipio della Capitale in seguito al boom edilizio.
Andreco, che oltre ad essere un artista è ingegnere ambientale, con Climate Art Project porta avanti un lavoro artistico basato sulle più accreditate ricerche scientifiche in tema di cambiamenti climatici: installazioni nello spazio urbano, dipinti murali, workshop e seminari per mettere a fuoco le criticità dei territori in cui i progetti si svolgono. “Affiancare la ricerca artistica a quella scientifica” racconta “significa creare una sinergia, mostrando una tematica da un altro punto di vista: l’arte utilizza un linguaggio diverso da quello dei numeri, che riesce a toccare corde profonde del sensibile umano”.
MICHELA CANZIO
Tratto da: LaStampa.it