Coltivazione outdoor: il clima
Nella coltivazione outdoor, i fattori dominanti sono il clima, il terreno e l’apporto idrico, sia che si pianti in un luogo isolato sui monti, sia che si pianti in un luogo intimo dietro casa, o sul balcone.
I microclimi sono dei climi in miniatura nell’ambito di climi più vasti. Esistono delle cartine che evidenziano tali zone. Molte mappe, mostrano particolareggiatamente le delimitazioni climatiche e la relativa resistenza delle piante.
Puoi verificare le tabelle relative a precipitazioni, temperatura e umidità di quasi tutte le grandi città nel mondo e di quasi tutte le regioni geografiche. La temperatura, le precipitazioni e l’intensità solare possono variare notevolmente sul pianeta, creando ambienti colturali unici e un’infinità di microclimi. Richiedi informazioni specifiche sul clima della tua zona presso i vivai, oppure tramite il ministero per le politiche agricole (enti provinciali) nella tua zona e consulta libri e pubblicazioni regionali sul giardinaggio.
Segue una breve rassegna dei tratti distintivi dei diversi climi.
I climi costieri, quali quelli che caratterizzano il nordovest degli Stati Uniti, la British Columbia in Canada, la costa settentrionale dell’Europa, il Regno Unito e via dicendo, sono freschi e piovosi. Perlopiù le precipitazioni annue superano i 103 litri per m3 e possono raggiungere i 253 cm al m3. In queste aree, il vento soffia presto, portando una pioggia rinfrescante che abbassa i livelli di luce. Le zone più settentrionali possono avere sia giornate più brevi, sia un clima più freddo e umido rispetto a quelle del sud. In queste zone coltivare all’aperto è una bella scommessa; siccome la temperatura scende raramente sotto lo zero, ciò consente il proliferare di colonie di insetti più numerose. Alcune di queste foreste pluviali fredde costiere sono piene di vegetazione rigogliosa ma invadente e di crescite micotiche portate dal freddo umido. Nelle umide zone costiere, il terreno comune è argilloso e ha un basso PH.
“Avvia i cloni e i semenzali indoor!”
Avviando i cloni e i semenzali sotto le lampade al chiuso puoi portarti avanti sulla stagione. Porta le piante in vasi di piccole dimensioni all’interno di serre riscaldate per avviarne lo sviluppo. Trapianta le piantine in un’aiuola da guerriglia sicura o nel giardino sul retro una volta che si sono irrobustite e hanno acquisito resistenza ai fattori di stress ambientale
Le cime coltivate in stile Guerriglia risentono delle numerose giornate di vento, pioggia e sole caldo, con notti fredde. Tali condizioni di stress spesso ostacolano la produzione di resina.
Per battere il freddo, puoi avviare i semenzali e le talee al chiuso, per portarlo a marzo e aprile in una serra riscaldata; aggiungere una HP al sodio da 400Watt con timer permette di intensificare la luce naturale fioca di inizio primavera. Ai semenzali e ai cloni occorreranno giornalmente almeno 14 ore di luce, artificiale e naturale, finché le piante non saranno trapiantate fuori.
I climi alpini di montagna sono spesso freddi per molti mesi dell’anno. Le temperature sotto lo zero, il terreno siliceo con minerali pesanti ed il vento sono i maggiori crucci dei grower. Le temperature in montagna possono scendere fino a -1°C e oltre in estate, anche ad alture di soli 600m. La crescita praticamente si arresta a temperature al di sotto dei 10°C, mentre le temperature inferiori ai 5*C danneggiano in molte varietà il tessuto fogliare. Le temperature basse provocano un affaticamento nelle piante e una diminuzione del peso del raccolto. D’altra parte, nei climi alpini le piante tendono a produrre più resina e un 10-20% in più di THC rispetto ai giardini in pianura. L’humus è scarso in gran parte del terreno alpino e i venti forti fanno seccare le piante. Per risultati ottimali, cerca dei terreni ove cresce l’erba da pascolo.
Puoi aiutare le piante a sopportare lo stress da montagna facendo delle buche per piantare e riempiendole con un misto di sfagno, terriccio, cristalli polimerici e strati di concime a rilascio graduale. I cristalli polimerici trattengono l’acqua e la rilasciano gradualmente.
Il vento provoca disidratazione e le piante perdono rapidamente i liquidi. Tale stress rischia di indebolire le piante e renderle vulnerabili agli attacchi di agenti patogeni ed insetti.
Gli ambienti di montagna freddi, quali quelli alpini o delle montagne rocciose del Nord America, vedono spesso il primo gelo a settembre e l’ultimo gelo a maggio. Presentano dei mesi primaverili ed autunnali piovosi, con un periodo asciutto a luglio e agosto. Le piogge fredde autunnali possono provocare la muffa. Per evitare complicazioni dovute al clima, bisogna piantare varietà che maturano presto.
I climi tropicali generalmente sono da temperati, a caldi e umidi. A seconda delle località, variano le stagioni asciutte e di pioggia. I climi tropicali e della giungla sono caratterizzati da precipitazioni giornaliere. Con una serra puoi proteggere le femmine in fioritura dalla pioggia, per evitare che le cime marciscano. Più ci si avvicina all’equatore e meno differenza c’è fra la durata del giorno e della notte. Per tenere le piante nella fase di crescita vegetativa occorrono delle ore supplementari di luce artificiale. Le varietà tropicali di Sativa spesso hanno il vantaggio in certe regioni di essere giù acclimatate e richiedono perciò poche cure speciali. Le temperature e l’umidità notturne sono spesso elevate. Effettivamente, delle temperature protratte superiori ai 28°C provocano l’arresto nella crescita delle piante. Talvolta bisogna raffreddare l’ambiente di notte perché le piante possano crescere bene.
Tratto da: MARIJUANA ORTICOLTURA DELLA CANNABIS – LA BIBBIA DEL COLTIVATORE MEDICO INDOOR E OUTDOOR – Pagine: 512 – Autore: Jorge Cervantes